Luca Taddio nasce a Udine nel 1974. Dopo i primi studi artistici si laurea in Filosofia a Trieste, successivamente, trascorre un periodo di studio presso il dipartimento di Filosofia dell’Università di Edimburgo: completa la sua formazione all’Università di Trieste conseguendo il titolo di dottore di ricerca. È stato allievo dello psicologo sperimentale Paolo Bozzi e del filosofo Giorgio Derossi.

Il primo libro, Spazi immaginali (Prefazione di Maurizio Ferraris), è un testo di narrativa filosofica che si inserisce all’interno della tradizione del realismo magico: l’esistenza viene espressa da una sequenza di istantanee emergenti dallo spazio immaginale.

Tutti gli scritti dell’autore sono di matrice realista: Fenomenologia eretica è un libro incentrato sull’analisi di un unico esempio considerato dall’autore paradigmatico per l’intera tradizione fenomenologica, la percezione di un cubo. L’analisi critica dell’esperienza è sviluppata, da un lato, in rapporto alla fenomenologia sperimentale di Paolo Bozzi e, dall’altro, in risposta alle critiche che Emanuele Severino rivolge alla fenomenologia.[2]

A partire dall’opera pittorica di René Magritte, ne I due misteri viene applicata la teoria della percezione diretta, elaborata in Fenomenologia eretica, al problema della raffigurazione pittorica. Il pensiero di Magritte viene discusso alla fine del volume in un dialogo con Massimo Donà.[3]

L’insegnamento di estetica alla facoltà di Architettura lo porta a realizzare, con Damiano Cantone, il testo: L’affermazione dell’architettura. La relazione filosofia-architettura sta al centro di altri due libri da lui curati: Costruire abitare pensare e Città metropoli territorio; il concetto di affermazione sarà nuovamente preso in esame in un numero di aut aut dedicato a Derrida e l’architettura.[4]

In Verso un nuovo realismo si delinea un’ontologia della metastabilità, il libro si conclude con un dialogo con Maurizio Ferrarissul Nuovo realismo. Sul tema del Nuovo realismo avvia un articolato confronto con Maurizio Ferraris ed Emanuele Severino.[5] [6]

Le riflessioni sul Nuovo realismo si sono sviluppate in diversi direzioni: politica, architettura, cinema, ontologia ed epistemologia (Si veda: Alfabeta2[7]; “aut aut”[8]; “Cinema&Cie”[9]; “Teoria & Modelli”[10]; “La Filosofia Futura”[11]; “Philosophical Readings”[12];).

Nel 2006 fonda, con Pierre dalla Vigna, Mimesis Edizioni: la società è detentrice dei marchi editoriali di Mimesis in Italia e all’estero. Nel 2006 costituisce, con Marco Brollo, lo studio grafico Mimesis Communication.

Nel 2014 progetta e realizza la rivista di approfondimento culturale Scenari diretta da Damiano Cantone e nello stesso anno crea e dirige il Festival Mimesis – Territori delle idee.

A partire da una prima formazione politica di stampo liberal-socialista lavora in direzione di un rilancio della cultura cosmopolita in rapporto alle nuove forme di partecipazione democratica (interventi: Festival Vicino Lontano[13], Pop Sophia[14], Radio Radicale[15]).

Nel 2016 viene nominato dal Ministro Dario Franceschini nel Cda di Palazzo Reale a Genova[16]. Dall’anno accademico 2018-19 è professore associato di estetica presso l’Università degli studi di Udine.

Leave a comment